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Il sito internet artsupp.com è una piattaforma multilingue dedicata alla promozione delle Istituzioni culturali. I contenuti del Sito e i diritti ad essi correlati sono riservati, pertanto possono essere consultati esclusivamente per finalità d'informazione personale, essendo espressamente vietato ogni diverso utilizzo senza il preventivo consenso scritto di artsupp.com. La società Restart S.r.l., con sede in Roma in viale Angelico n.101, iscritta al Registro delle Imprese al n RM - 1450606, codice fiscale e partita IVA n. 13481941006, è titolare della piattaforma di denominata Artsupp - raggiungibile all'indirizzo web "https://www.artsupp.com". Il presente regolamento contiene le norme che disciplinano i rapporti tra Restart S.r.l. i propri Partner e gli utenti sostenitori della Piattaforma. L’erogazione di servizi di Restart s.r.l. tramite la piattaforma Artsupp in favore del Partner che voglia proporre una raccolta fondi (di seguito: Partner) è sottoposta ai seguenti termini e condizioni.
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Il Partner rimane proprietario esclusivo di quanto pubblicato sulla piattaforma nella sua sezione di riferimento. Artsupp potrà utilizzare con i mezzi a sua disposizione, online ed offline, le informazioni, i contenuti diffusi ed i dati relativi a tutto ciò che verrà pubblicato su www.artsupp.com al fine di promuovere e pubblicizzare la piattaforma ed i Partner. Il presente contratto è sottoposto alla giurisdizione Italiana e, in caso di controversie, il foro competente è quello di Roma. Roma, Febbraio 2022
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Essere Partner sulla piattaforma Artsupp è possibile a qualsiasi istituzione permanente e/o temporanea che, in coerenza con la propria identità, cura e gestisce il patrimonio artistico culturale destinato alla universale ed utile fruizione espletando un servizio al pubblico. Artsupp si riserva comunque il diritto di valutare l’idoneità delle richieste pervenute.
Diventare Partner è possibile a tutti coloro i quali rientrano nelle caratteristiche di cui sopra fornendo alla piattaforma Artsupp le informazioni necessarie a verificarne l’identità. E’ richiesto inoltre l’invio dei seguenti contenuti necessari per la creazione delle relative pagine:
1. Nome Istituzionale;
2. Descrizione dell’ Istituzione;
3. Localizzazione;
4. Orari di Apertura al pubblico;
5. Sito web Istituzionale;
6. Avatar;
7. Immagine o Video di Copertina;
8. Immagini rappresentative degli spazi;
9. Immagini della collezione;
10. Didascalie opere della collezione(autore, titolo, data, tecnica);
11. Comunicato stampa e locandine delle mostre in corso e future.
Tutte le informazioni relative al profilo devono essere accurate, complete e veritiere. Completata questa procedura Artsupp si prenderà il tempo necessario per verificare la conformità delle informazioni inoltrate e rendere pubblico e attivo online lo spazio riservato al Partner.
Ogni Partner potrà avere visibili le seguenti pagine:
Info: Sezione finalizzata alla valorizzazione degli spazi dell’Istituzione. Sarà presente una breve descrizione dell’Istituzione accompagnata da immagini dei suoi spazi e informazioni riguardo i giorni e gli orari di apertura al pubblico, sarà presente inoltre il link al sito ufficiale dell’Istituzione.
Calendario Eventi: Sezione dedicata alla condivisione della programmazione culturale e degli eventi temporanei organizzati dal Partner.
Collezione: Panoramica delle opere presenti nella collezione. Nel caso in cui il Partner non disponga di una collezione permanente sarà possibile pubblicare immagini delle opere esposte temporaneamente.
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Bergamo, Lombardia, Italia chiuso visita il museoarrow_right_alt
Pisanello è l’ultimo esponente di quella elegantissima cultura delle corti conosciuta con il nome di gotico internazionale o tardo-gotico. Artista itinerante tra Verona e Venezia, Mantova e Milano, Roma e Napoli, egli fu a lungo al servizio di Leonello d’Este, il colto marchese di Ferrara. Il ritratto della Carrara fu eseguito forse in occasione della celebre gara pittorica che vide contrapposti, nel 1441, Jacopo Bellini e Pisanello. L’impostazione di profilo riprende il modello delle medaglie antiche, ma i tratti caratteristici del volto sono indagati con precisione. La folta chioma di Leonello, il broccato dell’abito e i fiori da erbario del roseto sono descritti minuziosamente, attraverso la pennellata morbida e fusa tipica del gusto raffinato e profano dell’artista.
Giovane promettente nella Padova di Donatello e di Squarcione, Andrea Mantegna divenne ben presto uno dei più celebri artisti del proprio tempo, predominio sancito dal suo definitivo trasferimento a Mantova alla corte dei Gonzaga. La Madonna col Bambino è opera della maturità dell’artista, eseguita probabilmente negli anni in cui il pittore lavorava ai Trionfi di Cesare. Questa austera e al tempo stesso commovente immagine della maternità prefigura il futuro sacrificio di Cristo sulla croce: ad esso alludono il braccialetto di corallo rosso indossato dal Bambino e lo sguardo distante, velato di malinconia, della Vergine. I colori smorzati dell’opera sono il risultato dell’adozione da parte di Mantegna della prediletta tecnica della tempera, che utilizza stendendo sottili velature su una finissima tela di lino.
La tavola appartiene a quell’esiguo gruppo di dipinti che si possono riferire senza dubbio alla mano del maestro. Maria e Gesù sono colti in un momento di tenerezza, con la Madre che cerca di tenere fermo il Bambino, la cui posa ardita rammenta le opere di Mantegna. Lo sguardo della Vergine, tuttavia, è malinconico e meditativo, quasi prevedesse il futuro sacrificio del Figlio, che si muove irrequieto su una balaustra di marmo rosa, forse anticipazione della pietra dell’unzione sulla quale verrà deposto prima della sepoltura. La luminosità tersa che bagna le due figure fa pensare alle opere veneziane di Antonello da Messina, ma l’esecuzione preziosa, con l’oro usato per lumeggiare il blu di lapislazzuli della veste di Maria, ricorda le origini bizantine della tradizione pittorica veneziana.
Avviato dal padre al mestiere di orafo e da Filippo Lippi a quello di pittore, a venticinque anni Botticelli guida già una propria bottega a Firenze i cui clienti più prestigiosi sono gli esponenti della famiglia Medici. In questa tavola l’artista tramanda ai posteri l’immagine di Giuliano de’ Medici, fratello minore di Lorenzo il Magnifico e abile cavaliere, assassinato il 26 aprile 1478 a Firenze durante la Congiura dei Pazzi. Per denunciare e ricordare la sua morte Lorenzo fece coniare una medaglia allo scultore di famiglia, Bertoldo di Giovanni. Dalla maschera funebre fu ricavato un busto in marmo che Botticelli usò come modello per il dipinto, di cui si conoscono tre versioni: questa della Carrara – forse la più antica, anche se probabilmente non terminata – e altre due custodite a Berlino e Washington.
È uno dei primi dipinti eseguiti da Tiziano e mostra come il giovane artista sviluppi le ricerche di Bellini e di Giorgione sulla forza espressiva del colore. Il gruppo della Madonna col Bambino è immerso in un vasto paesaggio naturale e presenta una nuova e sorprendente monumentalità, mentre una materia pittorica calda e fusa definisce le forme non tramite il disegno ma attraverso ampie campiture cromatiche.
Nell’ambito della pittura veneta del Rinascimento, Palma il Vecchio è innanzitutto l’autore di solenni Sacre Conversazioni ambientate nel paesaggio naturale e di sensuali figure femminili. Queste due tipologie di quadro da stanza erano diffuse specialmente a Venezia, ma il contributo dell’artista bergamasco fu fondamentale per la loro affermazione. Nel dipinto della Carrara, Palma riprende da Bellini lo schema tradizionale della Sacra Conversazione; tuttavia, qui le figure non sono isolate l’una dall’altra, non se ne stanno in silenzio a meditare sulle Sacre Scritture, ma dialogano tra loro animatamente. Nuova inoltre è la monumentalità della Vergine e della Maddalena, che nella loro rigogliosa bellezza richiamano le floride figure femminili a mezzo busto protagoniste di numerose opere successive dell’artista.
Il dipinto è un capolavoro della vecchiaia di Moroni e l’esito di una ricerca approfondita intorno a questo schema ritrattistico. La sedia dantesca su cui siede l’anziano gentiluomo è collocata leggermente in diagonale, in modo da restituire efficacemente il senso della profondità. L’uomo indossa una sopravveste foderata di pelliccia e stringe con la mano destra il bracciolo, mentre nella sinistra tiene un piccolo libro: ha appena interrotto la sua lettura e si volta con fierezza verso di noi, fissandoci con uno sguardo interrogativo. L’ampio fondale accresce l’intensità psicologica del ritratto, giocato su una gamma selezionata di grigi, bruni e neri. Il personaggio raffigurato non è stato ancora identificato, ma si è suggerito di riconoscervi Pietro Spino, letterato e storico originario di Albino, come l’artista.
La bottega di Fra Galgario era frequentata da giovani desiderosi di apprendere i segreti del mestiere; un buon numero dei suoi dipinti ritrae infatti ragazzi con i quali l’artista pare avere una certa familiarità. Spesso questi modelli sono vestiti in maniera bizzarra, con abiti e cappelli di foggia stravagante, oppure posano da pittori, come il giovanotto ritratto nella tela della Carrara, che di questa particolare produzione è uno dei capolavori. L’atteggiamento spavaldo del giovane pittore, che poggia orgogliosamente la mano sinistra sul fianco e tiene nella destra la cannuccia con il gessetto, e l’innocenza del suo sguardo ci restituiscono l’immagine di una persona viva. La qualità materica dei colori e delle celebri lacche utilizzate da Fra Galgario fanno di questo dipinto un emblema della sua pittura.
Canaletto è il più celebre tra i vedutisti veneti e i suoi scorci di Venezia hanno contribuito a consacrare il mito della Serenissima. Non solo nei suoi dipinti ha registrato esattamente la realtà topografica della città, ma attraverso un’osservazione attenta della luce ha anche saputo restituire un’immagine imperturbabile ed eterna della Venezia settecentesca. Canaletto riprende il Canal Grande attraverso un’inquadratura che era stata codificata da Luca Carlevarijs in una celebre tela, ma adotta una costruzione più ampia e dilatata della scena, spia della sua formazione e del suo iniziale impegno come scenografo. In primissimo piano a sinistra si distingue la facciata di palazzo Balbi, a destra si riconoscono i palazzi Erizzo, Contarini e Mocenigo, mentre il ponte di Rialto s’intravede appena in lontananza.
Tiepolo ha dominato la pittura veneziana ed europea del Settecento con le sue monumentali pale d’altare, i raffinati dipinti di soggetto mitologico e soprattutto con le imponenti decorazioni ad affresco, che si distinguono per la straordinaria vena inventiva e per la sorprendente vivacità e leggerezza cromatica. Secondo una prassi tipica della tradizione pittorica sei e settecentesca, Tiepolo fissava le linee generali delle sue composizioni in bozzetti da sottoporre ai committenti per un’approvazione preliminare. Questi piccoli dipinti alimentarono anche un fiorente mercato collezionistico, costituito da amatori che apprezzavano in essi la freschezza della prima idea e la testimonianza più immediata della mano del maestro. La tela della Carrara è un bozzetto della pala realizzata da Tiepolo per il Duomo di Bergamo nel 1743.
Francesco Hayez è il maggior esponente della pittura del Romanticismo in Italia. La sua fama è affidata ai dipinti di soggetto storico, spesso carichi di significati patriottici o allusivi alla situazione politica italiana; ma grande entusiasmo suscitarono anche i ritratti e le sensuali figure femminili. La tela – commissionata da Antonio Frizzoni, esponente di una famiglia attiva a Bergamo nel settore tessile – raffigura l’episodio culminante di una vicenda molto popolare nel primo Ottocento: Giorgio Cornaro informa la sorella Caterina, regina di Cipro, che la Repubblica di Venezia ha deciso di destituirla e le annuncia il futuro confino nel castello di Asolo. La scena, costruita attraverso uno studio calibrato della luce e delle pose dei personaggi, ha un tono fortemente teatrale, tipico della pittura di Hayez.
Gaetano Previati è con Segantini e Pellizza da Volpedo uno dei protagonisti del Divisionismo italiano e fra i più sensibili interpreti dei temi simbolisti. Il dipinto appartiene alla prima stagione del pittore, legata al gusto tardo-romantico e alla Scapigliatura, che precede la conversione alla tecnica della divisione del colore. La storia di Paolo e Francesca – narrata da Dante e ampiamente sfruttata dal repertorio figurativo ottocentesco – non è raffigurata in modo didascalico: Previati aspira a dipingere emozioni e idee. Dal claustrofobico formato orizzontale, occupato dalle figure dei due infelici amanti, riversi sul letto di morte e trafitti dalla medesima spada, scaturisce un’immagine vigorosa e cupa, che si distingue per l’enfasi melodrammatica e per l’esasperato naturalismo.
Pellizza da Volpedo è noto specialmente come autore del Quarto Stato, dipinto simbolo della pittura italiana di fine Ottocento e icona della modernità. Sintesi delle esperienze formative del pittore è invece Ricordo di un dolore, che l’artista donò alla Carrara come segno di riconoscenza per gli insegnamenti ricevuti da Cesare Tallone a Bergamo tra il 1888 e il 1890. Il significato dell’opera va oltre la scelta del tema della lettrice, assai diffuso all’epoca: nello sguardo lucido della volpedese Santina Negri il pittore esprime il dolore per la scomparsa di sua sorella Antonietta, deceduta nell’ottobre del 1889. L’impostazione del ritratto deriva da Tallone, mentre la costruzione dello spazio per piani di colore luminoso, steso a grandi campiture, rammenta la pittura dei macchiaioli.
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