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Torino, Piemonte, Italia chiuso visita il museoarrow_right_alt

conclusa Paolo Cirio. Exposed

La mostra

Nell’ambito del progetto espositivo "#FacceEmozioni. 1500 – 2020 dalla fisiognomica alle emoji", realizzato in collaborazione con il Museo del Cinema di Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta "Exposed", la mostra personale di Paolo Cirio (Torino, 1979. Vive a New York). Il lavoro artistico di Cirio indaga le strutture di potere che caratterizzano la nostra epoca, in cui le dinamiche dei flussi informativi influenzano politica ed economia così come le vite degli individui. Il campo di ricerca di Cirio sono i media, la rete, i social network; il suo metodo è la manipolazione informativa, l’hackeraggio dei dati, finalizzato a rivelare i meccanismi più o meno nascosti, ma spesso ignorati, tramite cui ognuno di noi è perennemente controllato, studiato, catalogato.
La mostra include tre importanti cicli di lavori dedicati al tema del volto, spazio simbolico in cui si gioca la dinamica conflittuale tra privato e pubblico, individuale e generale, libertà e sorveglianza. L’innovazione tecnologica offre sempre nuovi strumenti per l’analisi e l’identificazione degli individui, tramite software di riconoscimento facciale e le crescenti capacità delle macchine di leggere e comprendere le immagini. Gli utenti della rete sono soggetti a una costante sottrazione di dati, ma sono anche agenti attivi nell’alimentare la fame di immagini di questi sistemi, producendo un circolo vizioso tra esibizionismo e sottomissione.
Questa dinamica è uno degli obiettivi critici di "Face to Facebook" (2011), lavoro seminale dell’artista, partito come intervento hacker e trasformatosi in una performance mediatica globale. Cirio (in collaborazione con Alessandro Ludovico) ha violato Facebook e si è appropriato di un milione di profili. Ha poi ripostato 250.000 di questi profili su un sito di appuntamenti da lui creato, Lovely-Faces.com. Qui un software proponeva degli accoppiamenti sulla base di tratti della personalità desunti dall’analisi dei volti.
L’intervento, durato 5 giorni, ha avuto enorme risonanza, producendo oltre mille menzioni nei media internazionali, undici denunce, cinque minacce di morte e numerose lettere dai legali di Facebook. Come tipico nel lavoro di Cirio, la componente artistica, quella mediatica e quella legale sono inscindibili, si influenzano a vicenda.
Il progetto "Obscurity" (2016) mette in primo piano la connessione tra l’estetica della foto segnaletica, la reputazione degli individui e il controllo dell’informazione. Oggetto dell’intervento dell’artista sono i numerosi siti che pubblicano le foto segnaletiche di persone arrestate negli Stati Uniti. Siti come mugshots.com si appropriano delle foto e dei dati personali pubblicati (ma non indicizzati) dai vari dipartimenti locali di polizia, e poi li rendono facilmente accessibili tramite i principali motori di ricerca. Questi siti lucrano sui dati sensibili degli individui, che spesso sono oggetto di ricatti ed estorsioni per poter rimuovere le loro foto. Cirio ha offuscato i dati di oltre 15 milioni di persone presenti su questi siti. Dopo aver clonato i siti, ha sfocato i volti nelle foto segnaletiche e ha mescolato i dati, rendendo i suoi cloni più accessibili da Google che quelli dei siti originali, in modo che le ricerche portassero ai suoi profili oscurati.
Anche in questo caso l’intervento ha prodotto conseguenze giuridiche; del resto l’artista stesso ha degli scopi legali, modificare la normativa sull’accessibilità di questi dati online, promuovendo anche negli States la politica del diritto alla rimozione e all’oblio.
Obiettivo tattico dell’ultimo progetto in mostra, "Overexposed" (2015), sono alcuni dei personaggi responsabili dell’attuale sistema di sorveglianza di massa, attivo a livello globale e diretto dagli Stati Uniti. Figure chiave di agenzie come la CIA, l’NSA, l’FBI, menzionate nelle rivelazioni di Edward Snowden, divengono esse stesse l’oggetto di uno sguardo indiscreto, quello dei social network, della rete pubblica, dove tutto è sempre in circolazione, anche le immagini private di chi per lavoro osserva gli altri. Con una tecnica da lui stesso ideata, lo stencil HD, Cirio ha realizzato i ritratti di questi personaggi, tramite immagini reperite online, e ha disseminato i poster così realizzati sui muri di grandi città, creando una connessione simbolica tra lo spazio pubblico urbano e la piazza mediatica di internet. Riportati nello spazio museale, nel formato di un dipinto, questi volti condensano in sé le contraddizioni del nostro tempo, in cui gli individui sono vittime conniventi di un sistema che li opprime, e le immagini sono i vettori di una continua negoziazione tra spazi di soffocante controllo eppure, ancora, di libera espressione.

Orari e biglietti

Indirizzo

Via Modane, 16
10141 Torino

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