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MACI - Museo Arte Contemporanea di Imperia verified

Imperia, Liguria, Italia chiuso visita il museoarrow_right_alt

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Josef Albers - Gentle venture
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Alberto Biasi - Politipo 72
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Max Bill - Quarto Nero
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Enrico Castellani - Superficie grigia
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Piero Dorazio - Blue call
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Lucio Fontana - Concetto spaziale, Attese, 7 tagli
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Lucio Fontana - Concetto spaziale, Attesa, Rosso
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Enzo Mari - Struttura n. 731
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Marino Marini - Cavallo e Cavaliere
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Ennio Morlotti - Centaurea Selvatica
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Carlo Nangeroni - Seriale continuo
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Robert Delaunay - Paesaggio
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Mauro Reggiani - Composizione
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Gerhard Richter - Grey
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Victor Vasarely - G.D.4
Josef Albers - Gentle venture
Alberto Biasi - Politipo 72
Max Bill - Quarto Nero
Enrico Castellani - Superficie grigia
Piero Dorazio - Blue call
Lucio Fontana - Concetto spaziale, Attese, 7 tagli
Lucio Fontana - Concetto spaziale, Attesa, Rosso
Enzo Mari - Struttura n. 731
Marino Marini - Cavallo e Cavaliere
Ennio Morlotti - Centaurea Selvatica
Carlo Nangeroni - Seriale continuo
Robert Delaunay - Paesaggio
Mauro Reggiani - Composizione
Gerhard Richter - Grey
Victor Vasarely - G.D.4

Altre opere esposte

Descrizione

La Collezione Invernizzi possiede un nucleo significativo di opere di Carlo Nangeroni. L’artista, nato a New York, si trasferisce in giovane età in Italia insieme al fratello. Nel 1944 i due sono costretti a scappare in Svizzera, perché sospettati di essere paracadutisti americani. A Bellinzona Carlo Nangeroni incontra per la prima volta, Lino Invernizzi. Racconta l’artista: «Ci hanno messo a riposare in un salone che sembrava un palcoscenico con tutti i pagliericci. Avevo un piede malandato per via della montagna e mi ero messo a riposare e poi ho sentito una musica, come una radiolina … e c’era questo signore che era Lino Invernizzi al quale dissi che non era proprio la musica che avrei voluto sentire… E allora abbiamo iniziato a chiacchierare. Lì cominciava un’amicizia strepitosa». Prima di tornare negli Stati Uniti, dove Carlo Nangeroni avrebbe vissuto dal 1946 al 1958, i due si rincontrano a Genova, per poi rivedersi a New York in occasione della mostra di Nangeroni presso la Meltzer Gallery. Ritornato in Italia nel 1958 e abbandonate le esperienze di matrice materico-espressionista, l’artista nei primi anni sessanta orienta la sua ricerca verso un nuovo rigore geometrico, incentrato sulle variazioni cromatico-percettive di strutture modulari, sempre basate su una precisa costruzione geometrico-spaziale. I cerchi invadono completamente il piano attraverso una texture cellulare, per creare veri e propri percorsi dinamici. “Questa iterazione dell’elemento circolare - afferma Nangeroni - corrisponde ad un graticcio-guida che poi svolgo sulla superficie”. “Il cerchio ripetendosi riempie la superficie, fornendo così l’indicazione della possibilità d’espansione oltre i margini del supporto”.

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