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conclusa Tenendo per mano il sole.

La mostra

Si intitola "Tenendo per mano il sole" la grande mostra che il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo dedica a Maria Lai (1919 – 2013), una tra le voci più singolari dell’arte italiana contemporanea. Artista dalla straordinaria capacità generativa, in anticipo su ricerche artistiche che saranno sviluppate solo successivamente, Lai ha saputo creare un linguaggio differente e originale, pur consapevole del lungo processo di decantazione che la sua arte avrebbe dovuto attraversare per essere riconosciuta. Oggi quel processo sembra essersi compiuto.
“Nel 2019 – indica Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione MAXXI - abbiamo scelto di rivolgere particolare attenzione alle visioni artistiche femminili e non poteva, dunque, mancare un progetto legato a Maria Lai. Con questa mostra, infatti, rendiamo un tributo alla figura ed all’opera di una donna che ha saputo interpretare nel corso della sua carriera artistica infiniti linguaggi, sempre però nel solco della sua ricerca: rappresentare e reinventare con delicatezza e poesia tradizioni e simboli di una cultura arcaica, eterna e rivolgersi con forza ed immediatezza ai contemporanei”.
La retrospettiva al MAXXI si concentra su ciò che viene definito il suo secondo periodo, ovvero sulle opere che l’artista crea a partire dagli anni Sessanta e che ricomincia ad esporre, dopo una lunga assenza dalla scena pubblica e artistica, solo nel 1971. La mostra, a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Luigia Lonardelli, è realizzata in collaborazione con Archivio Maria Lai e Fondazione Stazione dell’Arte, con il patrocinio del Comune di Ulassai e il sostegno di Fondazione di Sardegna. Esposti oltre 200 lavori, tra cui Libri cuciti, sculture, Geografie, opere pubbliche e i suoi celebri Telai, per raccontare nel modo più completo possibile la personalità di Maria Lai e i diversi aspetti del suo lavoro. In mostra anche alcune opere recentemente entrate a far parte della Collezione del MAXXI: Terra, 1984; Il viaggiatore astrale, 1989; Bisbigli, 1996; Pagina cucita, 1978 e Senza titolo, 2009, una rara Geografia su acetato in corso di donazione. La mostra "Tenendo per mano il sole" è il titolo della mostra e della prima Fiaba cucita realizzata. Sia nel titolo che nell’opera sono presenti molti degli elementi tipici della ricerca di Lai: il suo interesse per la poesia, il linguaggio e la parola; la cosmogonia delle sue geografie evocata dal sole; la vocazione pedagogica del “tenere per mano”.
Non una classica retrospettiva, ma piuttosto un racconto che non si attiene a vincoli puramente cronologici e asseconda un percorso biografico e artistico peculiare, caratterizzato da discorsi e intuizioni apparentemente lasciati in sospeso per poi essere ripresi molti anni più tardi. Attraverso un’ampia selezione di opere, in buona parte inedite, la mostra presenta il poliedrico mondo di Maria Lai e la fitta stratificazione di idee e suggestioni che ha caratterizzato il suo immaginario.
Il percorso si snoda attraverso cinque sezioni, che prendono il nome da citazioni o titoli di opere di Lai, mentre nel sottotitolo vengono descritte modalità tipiche della sua ricerca; ogni sezione è accompagnata dalla voce di Maria Lai attraverso un montaggio di materiali inediti realizzati dal regista Francesco Casu. C’è anche un’ultima, ideale, sezione, che documenta le opere di arte ambientale realizzate nel territorio e in particolare in Ogliastra. La sezione Essere è tessere. Cucire e ricucire documenta le prime prove realizzate negli anni Sessanta, un decennio in cui decide di abbandonare la tecnica grafica e pittorica per dedicarsi alla sperimentazione con i materiali. Nascono così i primi Telai e le Tele cucite: oggetti funzionali del quotidiano, legati all’artigianato sardo, vengono privati della loro funzione pratica per essere trasformati in opere che dimostrano una fervida ricerca espressiva. Il filo rappresenta anche un’idea di trasmissione e comunicazione, Lai vede l’arte come strumento e linguaggio capace di modificare la nostra lettura del mondo, un’attitudine che le deriva dalla sua storia personale di insegnante e che si manifesterà in seguito nei Libri e nelle Fiabe cucite. L’arte è il gioco degli adulti. Giocare e Raccontare raccoglie i giochi dell’arte creati da Lai, riletture di giochi tradizionali con cui ribadisce il ruolo fondante della creazione nella società. Gioco come mezzo per conoscere se stessi e per imparare a relazionarsi con l’altro, un’attività da non relegare al mondo dell’infanzia, ma da continuare a coltivare in età adulta. La sezione Oggetto paesaggio. Disseminare e condividere, racconta l’aspetto relazionale della pratica di Lai attraverso un ampio corpus di oggetti legati a un suo universo affettivo, tra cui sculture che simulano l’aspetto di un libro o di singole pagine, forme che richiamano manufatti del quotidiano, rivendicando però una propria inedita individualità. Il viaggiatore astrale. Immaginare l’altrove raccoglie la serie delle Geografie, mappe astrali visionarie e fantastiche che delineano costellazioni, chimere e infiniti universi immaginari. La felice stagione delle opere partecipative è infine protagonista della sezione L’arte ci prende per mano. Incontrare e Partecipare. Come Legarsi alla montagna (1981), considerato il primo episodio di Arte relazionale in Italia, un intervento ispirato a un’antica leggenda, con cui Maria Lai riesce a coinvolgere tutta la popolazione del paese di Ulassai. La profonda convinzione del potere salvifico dell’arte, il tema del gioco ritenuto fondante per la crescita di ideali per la collettività, l’arte come strumento, capace di far incontrare, immaginare, mettere in relazione: questo, e altro ancora, rende Maria Lai un’artista tra le più innovative della sua generazione, che ha saputo intercettare e interpretare agli albori meccanismi culturali alla base della società di oggi.

Opere esposte

Orari e biglietti

Indirizzo

Via Guido Reni, 4a
00196 Roma

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