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conclusa What are we fighting for?

La mostra

A cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri, Sergio Flore, Alessandro Floris, Elisa Lai, Cinzia Melis, Maria Luisa Pinna, Anna Pirisi, Barbara Puddu, Marta Satta, Carlo Spiga, Debora Tintis, Loretta Ziranu

Chicago, agosto 1968: in occasione della Convention democratica per le primarie presidenziali, a pochi mesi dagli assassini di Martin Luther King e di Robert Kennedy, migliaia di giovani arrivano in città per manifestare contro la guerra nel Vietnam. Per contenere i circa 10.000 dimostranti, le autorità schierano 21.900 tra forze di polizia, Guardia Nazionale ed esercito. I tumulti che ne derivano vengono seguiti da tutto il paese attraverso stampa, radio e televisione. Nivola, come milioni di Americani, osserva a distanza gli scontri rimanendone profondamente turbato, e affida le proprie reazioni a una fitta serie di disegni. I disegni, da cui traspare il coinvolgimento emotivo dell’artista, variano da schizzi veloci a scene accuratamente studiate e composte. La mediazione della fotografia e della ripresa video traspare chiaramente dalle inquadrature, che riprendono in modo a volte diretto le immagini più incisive della rivolta. Al tempo stesso il tratto fortemente espressionista deforma le figure, formulando un’implicita condanna morale. I poliziotti perdono ogni carattere individuale per trasformarsi in emblemi spersonalizzati di cieca violenza; un effetto, questo, a volte sottolineato dalla sostituzione dei volti con frammenti di collage. I manifestanti, viceversa, sono mostrati come ingenui figli dei fiori, dall’atteggiamento non violento.

 

I disegni di Chicago colgono la valenza simbolica dell’evento, fissatosi nella coscienza americana come immagine del conflitto fra la generazione idealista dei baby-boomer e la brutale ottusità del sistema. Il clima del ‘68 spinge Nivola anche a puntare lo sguardo sulla situazione politica e sociale della Sardegna: l’anno si chiude nell’isola con le dimostrazioni di pastori, operai e studenti, uniti contro la violenza dello Stato e l’inerzia della classe dirigente. L’anno successivo la rivolta antimilitarista di Pratobello contro l’insediamento di un centro di addestramento dell’esercito nelle campagne di Orgosolo segna il culmine della protesta non violenta dei cittadini. In due poster editi da Feltrinelli nel 1969, Nivola commenta con amarezza tanto la repressione statale quanto la svendita del territorio a fini turistici. È il preludio di una più forte politicizzazione della sua arte, che negli anni Settanta assumerà tratti di sardismo indipendentista.

 

Il titolo della mostra, What are we fighting for?, per che cosa combattiamo?, riprende i versi della Vietnam Song di Country Joe, canzone simbolo della protesta antimilitarista dei giovani americani del ‘68. È una domanda che la mostra a sua volta rivolge ai visitatori, e prima ancora ai giovani del 2018, con una serie di interviste raccolte a Orani tra i diciottenni organizzatori della Festa di San Daniele.

 

Opere esposte

Orari e biglietti

Indirizzo

Via Gonare, 2 (Museo Nivola)
08026 Orani

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Fino al 03 giugno 2024


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