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Palazzo Reale di Napoli verified

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Luca Giordano - Venere, Amore e un satiro
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Vincenzo Camuccini - Ferdinando I delle Due Sicilie
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Anton Raphael Mengs - Elettrice di Sassonia
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Giuseppe Bonito - L'Ambasceria turca di Haji Hussein Effendi
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Giovanni Battista Caracciolo, detto Battistello - Affreschi con Storie del Gran Capitano Consalvo de Cordoba
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Natura morta con alzata di dolci
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Domenico Morelli - L'Assunta
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Tavolino di gusto ercolanese
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Centrotavola in bronzo dorato e specchi
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Leggio rotante
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Orologio a globo retto da Atlante
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Passetto della Regina
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Altare maggiore
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Presepe napoletano
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Antonio Niccolini - Plastico del Palazzo Reale Nuovo e Vecchio e del Teatro San Carlo
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Francesco De Mura - Allegoria delle Virtù di Carlo Borbone
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Arazzo con Allegoria del Fuoco
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Alexandre-Dominique Denuelle - Busto di Duchessa di Berry
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Il ratto di Proserpina
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Enrico Marchiani - Ritratto di Vittorio Emanuele principe di Napoli bambino
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Marinus van Reymerswaele - Gli esattori delle imposte
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Orologio Clay
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Paolo Albertis - Entrata in Napoli di Ferdinando I
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Camino
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Altre opere esposte

Descrizione

Questo straordinario capolavoro del Barocco napoletano fu realizzato tra il 1672 ed il 1691 per la chiesa di Santa Teresa degli Studi. L'altare fu spostato nel Palazzo Reale nel 1808, in seguito ai provvedimenti di soppressione degli enti ecclesiastici - ad opera del governo francese di Giuseppe Bonaparte - con i quali i beni di proprietà religiosa furono incamerati dallo Stato.

 

L'altare è caratterizzato da ornati in rame dorato con prezioso rivestimento  in pietre dure (agate, diaspri, lapislazzuli, ametiste, onici, malachite), incastonate a creare disegni prospettici. Nel paliotto (il pannello centrale) e nei battenti laterali la disposizione architettonica dell'insieme crea l'immagine di un tempio con pilastri, nicchie e balaustrate. Nel punto di fuga della scenografica prospettiva centrale, è rappresentata Santa Teresa, a cui è dedicato l'altare. 

 

Nel ciborio è inserita una formella di pietre dure intarsiate su fondo nero del Belgio, realizzato dall'opificio delle Pietre Dure di Firenze del 1772, dono di Cosimo III ai Padri Teresiani.

 

L'altare si salvò dalle bombe del 14 agosto 1943 grazie ad una protezione di emergenza messa in opera durante la guerra. Una struttura di assi lignee completamente rivestite con sacchetti di sabbia riuscì a proteggere l'opera quando fu investita dal crollo della volta della Cappella.


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