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Descrizione

Niccolò Copernico

"De revolutionibus orbium coelestium", libri VI

M IV 12785

Questa prima edizione del "De revolutionibus" ha una storia unica: nel 1543, anno della morte di Copernico, il libro fu pubblicato in un numero limitato di copie, dai 400 ai 500 esemplari. Owen Gingerich, professore di astronomia alla Harvard University, ha studiato per oltre 30 anni le prime edizioni di Norimberga e le seconde di Basilea, non riuscendo a visionare, durante la ricognizione dei 18 esemplari conservati in Italia, quella di proprietà della Biblioteca Palatina, che alla fine degli anni Settanta risultava mancante a scaffale.

L'elemento che rende unico il volume di Parma è l'inserimento, nelle carte iniziali, di un poema manoscritto, che pare sia stato commissionato da Retico all'anziano collega Camerario, un insigne classicista del secolo XVI che si dilettava nella scrittura di versi dedicatori in lingua greca per libri scolastici. L'esemplare di Parma fu ritrovato nel gennaio del 2000 dal Comando dei Carabinieri per la tutela del Patrimonio Culturale (TPC), proprio grazie alla particolarità del componimento greco, interpretabile come una nuova introduzione, da inserire al posto di quella fuorviante di Osiander, che nascondeva il reale contenuto del trattato.

Il poema è scritto sotto forma di dialogo tra un filosofo e uno straniero che sprona il primo a presentare il libro; ne emerge la descrizione di un testo innovativo e ricco di incalcolabile sapere, che si occupa dei moti celesti e della Terra, che nella rivoluzione copernicana ruota nel cielo attorno al Sole, fuoco dell'Universo.


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