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Antoon van Dyck - Cristo della moneta
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Antoon van Dyck - Anton Giulio Brignole - Sale a cavallo
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Giovanni Francesco Barbieri, detto Guercino - Cleopatra morente
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Giovanni Francesco Barbieri, detto Guercino - Padre Eterno con un angioletto
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Bernardo Strozzi, detto il Cappuccino - La cuoca
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Guido Reni - San Sebastiano
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Jacopo Negretti, detto Palma il Vecchio - Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e la Maddalena
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Carlo Antonio Tavella - Paesaggio lacustre
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Lorenzo De Ferrari - Il salotto delle Virtù Patrie
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Domenico Piola - Allegoria dell’Autunno
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Domenico Piola - Il carro del sole con le stagioni
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Giovanni Benedetto Castiglione, detto il Grechetto - Natività
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Gerard David - Madonna della Pappa
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Jan Wildens - Gennaio - Pattinatori sul ghiaccio
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Leon Cogniet - Maria Brignole-Sale De Ferrari, Duchessa di Galliera con il figlio Filippo
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Pellegro Piola - Sacra Famiglia detta della farfalla
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Altre opere esposte

Descrizione

La tela, riferita al periodo del soggiorno genovese del pittore, è databile intorno al 1625 e rivela una profonda influenza della pittura veneta e, in particolare, di Tiziano sia per quanto attiene la tecnica pittorica e la cromia sia per quanto riguarda la struttura formale. L’opera risulta infatti una reinterpretazione da parte di Van Dyck di una composizione di analogo soggetto dipinta dal pittore cadorino per Filippo II di Spagna, ora conservata alla National Gallery di Londra e, probabilmente, conosciuta dal fiammingo attraverso un’incisione di Martino Rota. Quest’ultimo fatto spiega la ragione per cui la raffigurazione di Tiziano sia qui ripresa in controparte, sulla base dell’immagine incisoria ribaltata. L’episodio narrato, tratto dai vangeli sinottici, si riferisce alla polemica artificiosamin cui farisei ed erodiani tentano di coinvolgere Gesù a prendere una posizione sulla controversa diatriba sulle tasse e, più in generale, sulla questione del riconoscimento dell’autorità politica di Roma. I farisei, nemici acerrimi del potere romano in Palestina, domandano al Cristo se sia lecito o meno pagare il tributo a Cesare, egli risponde che gli venga mostrata una moneta e chiede di chi sia l’immagine e l’iscrizione che vi sta sopra; gli “avversari” replicano che immagine e iscrizione sono di Cesare, l’immagine era infatti quella dell’imperatore Tiberio. Gesù, indicando l’effige sulla moneta, dice “Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”, invitando quindi implicitamente i farisei a distinguere tra autorità civile e religione. Il quadro, che già a partire dal 1748 si trovava nella collezione Brignole - Sale a Palazzo Rosso, pervenne al Comune di Genova per legato di Maria Brignole - Sale De Ferrari, duchessa di Galliera, nel 1889.

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