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Museo del Territorio Biellese verified

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Giuseppe Pelizza da Volpedo - Raggio di sole
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Bernardino de' Conti - Vergine delle rocce copia da Leonardo
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Lorenzo Delleani - Paesaggio montano con mucche
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Defendente Ferrari - Madonna con bambino
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Bernardino de' Conti - Trittico Vergine delle Rocce copia da Leonardo
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Carlo Carrà - Marina
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Marc Chagall - Il tamburino
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Renè Magritte - L'épreuve du sommeil
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Emilio Longoni - Riflessioni di un affamato
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Giuseppe Bozzalla - Fra colori e vapori
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Crosato Giambattista - Giuditta e Oloferne
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Leonardo Bistolfi - Monumento a Lorenzo Delleani
Giuseppe Pelizza da Volpedo - Raggio di sole
Bernardino de' Conti - Vergine delle rocce copia da Leonardo
Lorenzo Delleani - Paesaggio montano con mucche
Defendente Ferrari - Madonna con bambino
Bernardino de' Conti - Trittico Vergine delle Rocce copia da Leonardo
Carlo Carrà - Marina
Marc Chagall - Il tamburino
Renè Magritte - L'épreuve du sommeil
Emilio Longoni - Riflessioni di un affamato
Giuseppe Bozzalla - Fra colori e vapori
Crosato Giambattista - Giuditta e Oloferne
Leonardo Bistolfi - Monumento a Lorenzo Delleani

Altre opere esposte

Descrizione

Giuditta e Oloferne, è una delle tre tele esposte in Museo che sono state realizzate originariamente per essere collocate come elemento di arredo, ovvero come sovrapporte. Sono state dipinte da Giovanni Battista Crosato, pittore e scenografo di origini venete, che soggiornò periodicamente a partire dal 1733 in Piemonte, al servizio della corte sabauda, lavorando agli affreschi nella palazzina di caccia di Stupinigi, a Villa della Regina, a Palazzo Reale e, come scenografo, al Teatro Regio. Il pittore tratta il tema delle eroine bibliche, rappresentando le storie di Giuditta e Oloferne, Giale e Sisara e Sansone e Dalila, figure femminili accomunate dall’astuzia con cui salvano il proprio popolo dalla minaccia nemica. Noto soprattutto come frescante, Giovanni Battista Crosato nel panorama artistico settecentesco ha avuto senza dubbio un posto di rilievo, elaborando un suo personale linguaggio, caratterizzato da una pittura dalla pennellata frizzante e rapida e, al contempo, elegante. Caratteristiche che bene emergono anche nelle tre tele del Museo, provenienti dalla collezione Masserano, in cui ciascuna scena risulta inquadrata in sfondi architettonici e trova il proprio punto focale nella figura femminile, protagonista dell’episodio biblico rappresentato.

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