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Michelangelo Merisi, detto Caravaggio - Ecce Homo
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Antonio Canova - Maddalena penitente
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Peter Paul Rubens - Venere e Marte
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Filippo Lippi - I santi Sebastiano, Giovanni Battista e Francesco
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Paolo Caliari, detto il Veronese - Susanna e i vecchioni
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Alessandro Magnasco, detto Lissandrino - Trattenimento in un giardino di Albaro
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Luca Cambiaso - Autoritratto del pittore in atto di dipingere il ritratto del padre
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Domenico Piola - Caino e Abele
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Luca Cambiaso - Madonna della candela
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Valerio Castello - Madonna del velo
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Jan Wildens - Paesaggio con viale alberato
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Hans Memling - Cristo dolente in atto di benedire
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Jan Roos - Natura morta di frutta, ortaggi e fiori
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Francesco de Zurbaran - Sant’Orsola
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Orazio De Ferrari - Cristo e l’adultera
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Antonio Travi, detto il Sestri - Adorazione dei pastori
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Altre opere esposte

Descrizione

È forse il dipinto più noto di questo artista genovese, che concluse la sua carriera al servizio di Filippo II di Spagna, il cui iter pittorico, piuttosto articolato, prende avvio da un gigantismo di stampo manierista per approdare a una pittura essenziale, fatta di composizioni quasi geometriche, il cui rigore è sottolineato da tinte limitate nella gamma e intonate in base ad accordi semplici. Il contesto culturale che determinò tale scelta “notturna” fu la sua adesione alle tendenze più spirituali della Riforma cattolica, mentre l’intonazione domestica, di grande impatto comunicativo, è volta a promuovere il fatto sacro, facendo perno sulla personale e intima devozione del committente. Il dipinto (1570-1575) prende il titolo dalla fioca luce di una candela che si scorge al margine della composizione. In realtà ciò che mette in risalto il delicato piegarsi di Maria verso il Bambino che allatta, la culla che presto lo accoglierà nonché il gesto di sant’Anna che, sospesa la filatura, raccomanda amorevolmente il silenzio a Giovannino e il profilo di Giuseppe che, voltato di spalle, si sta recando in un’altra stanza, lasciando alle donne la calda intimità di questo momento, è una luce radente, esterna, fredda. La figura di Gesù è, invece, l’unica che emerge completamente dalla penombra: le sue carni perlacee paiono brillare di luce propria, conferendo alla scena dimessa e feriale un’atmosfera mistica.

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