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MACI - Museo Arte Contemporanea di Imperia verified

Imperia, Liguria, Italia chiuso visita il museoarrow_right_alt

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Josef Albers - Gentle venture
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Alberto Biasi - Politipo 72
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Max Bill - Quarto Nero
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Enrico Castellani - Superficie grigia
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Piero Dorazio - Blue call
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Lucio Fontana - Concetto spaziale, Attese, 7 tagli
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Lucio Fontana - Concetto spaziale, Attesa, Rosso
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Enzo Mari - Struttura n. 731
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Marino Marini - Cavallo e Cavaliere
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Ennio Morlotti - Centaurea Selvatica
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Carlo Nangeroni - Seriale continuo
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Robert Delaunay - Paesaggio
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Mauro Reggiani - Composizione
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Gerhard Richter - Grey
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Victor Vasarely - G.D.4
Josef Albers - Gentle venture
Alberto Biasi - Politipo 72
Max Bill - Quarto Nero
Enrico Castellani - Superficie grigia
Piero Dorazio - Blue call
Lucio Fontana - Concetto spaziale, Attese, 7 tagli
Lucio Fontana - Concetto spaziale, Attesa, Rosso
Enzo Mari - Struttura n. 731
Marino Marini - Cavallo e Cavaliere
Ennio Morlotti - Centaurea Selvatica
Carlo Nangeroni - Seriale continuo
Robert Delaunay - Paesaggio
Mauro Reggiani - Composizione
Gerhard Richter - Grey
Victor Vasarely - G.D.4

Altre opere esposte

Descrizione

Nel corso degli anni trenta Marino Marini abbandona progressivamente la pittura e la grafica per dedicarsi alla scultura. Definisce subito i temi a lui più cari: tra questi il cavallo e il cavaliere fanno parte di una serie, alla quale la scultura che vedete esposta appartiene, che diverrà uno dei più emblematici filoni di ricerca per l’artista. Spiega Marini che: «C'è tutta la storia dell'umanità e della natura nella figura del cavaliere e del cavallo, in ogni epoca. È il mio modo di raccontare la storia. È il personaggio di cui ho bisogno per dare forma alla passione dell'uomo (…)». Questa piccola scultura appartiene probabilmente alle prime prove della serie Cavallo e Cavaliere, alla quale lo scultore si dedica fin dal 1935. Allo stesso anno risale infatti un gesso - in esemplare unico - dal titolo Piccolo Cavaliere, che coincide con l’opera bronzea che oggi possiamo ammirare nella Collezione Invernizzi. La libertà inventiva spregiudicata di Marino Marini reinterpreta l’antichità etrusco-romana in chiave espressionista, dando vita a un classicismo arcaicizzante spogliato da ogni tipo di monumentalismo, tipico degli anni trenta e quaranta. Marini ribalta completamente il concetto classico di statua equestre: le due figure infatti appaiono congiunte a rappresentare un’unità simbiotica primordiale tra umano e animale. Il cavallo e il cavaliere diventano con il passare degli anni forme sempre più dissolte e figure tragiche quasi espressioniste.

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