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conclusa Sabine Weiss

La mostra

Sabine Weiss è tra le più importanti voci della fotografia umanista francese, insieme a Robert Doisneau, Willy Ronis, Edouard Boubat, Brassaï e Izis.

Scomparsa nel 2021 all’età di 97 anni, Weiss è stata l’unica fotografa donna del dopoguerra ad aver esercitato questa professione così a lungo e in tutti i campi della fotografia, dai reportage ai ritratti di artisti, dalla moda agli scatti di strada con particolare attenzione ai volti dei bambini, fino ai numerosi viaggi per il mondo. Weiss ha partecipato attivamente alla costruzione di questo progetto espositivo, aprendo i suoi archivi personali conservati a Parigi, per raccontare, per la prima volta in maniera ampia e strutturata, la sua straordinaria storia e il suo lavoro.

Attraverso oltre 120 stampe e numerosi documenti e riviste dell’epoca la mostra ripercorre l’intera carriera di Weiss, dagli esordi nel 1935 agli anni ’80. Fin dall’inizio, Sabine Weiss, come testimoniano in mostra le foto dei bambini e dei passanti, dirige il suo obiettivo sui corpi e sui gesti, immortalando emozioni e sentimenti, in linea con la fotografia umanista francese. È un approccio dal quale non si discosterà mai, come si evince dalle sue parole: «Per essere potente, una fotografia deve parlarci di un aspetto della condizione umana, farci sentire l’emozione che il fotografo ha provato di fronte al suo soggetto».


Nata Weber in Svizzera nel 1924, Sabine Weiss è stata attratta dalla fotografia sin da giovane e ha svolto il suo apprendistato presso lo studio dei Boissonas, una dinastia di fotografi che esercitava a Ginevra dalla fine del XIX secolo.

Dopo la guerra Sabine si sposta a Parigi e diventa assistente di Willy Maywald, fotografo tedesco specializzato in fotografia di moda e ritratti. Nel 1950 sposa il pittore americano Hugh Weiss e in questi anni intraprende la carriera di fotografa indipendente: si trasferisce in un piccolo studio parigino con il marito- dove ha vissuto fino alla morte, nel 2021- e socializza con gli ambienti artistici del dopoguerra, ritraendoli in fotografie divenute ormai iconiche.

Uno dei nuclei principali della mostra racconta proprio questo periodo e il momento del riconoscimento internazionale della fotografa: nel 1952 infatti la sua carriera ha una svolta decisiva quando entra nell’agenzia Rapho e il suo lavoro personale riceve un immediato successo di critica negli Stati Uniti, con mostre al Moma di New York, all’ Art Institute di Chicago, al Walker Art Center di Minneapolis e alla Limelight Gallery di New York.

Tre delle sue fotografie sono state inoltre esposte come parte della famosa mostra “The Family of Man” organizzata da Edward Steichen nel 1955, e da quel momento Sabine ha ottenuto contratti a lungo termine con tutte le più importanti testate americane come The New York Times Magazine, Life, Newsweek, Vogue, Point de vue-images du monde, Paris Match, Esquire e Holiday. Collaborazioni prestigiose, rappresentate all’interno della mostra dall’esposizione delle fotografie per Vogue, Elle, Charm e Paris Match.


Il percorso espositivo pone l’accento soprattutto sulla produzione degli anni Cinquanta, con un focus particolare sulle fotografie dei bambini di strada, le scene parigine, i ritratti di artisti e la fotografia documentaria in un’Europa in ricostruzione dopo la guerra.

Da quel momento, e fino ai primi anni 2000, Sabine Weiss ha continuato a lavorare per la stampa illustrata internazionale, oltre che per numerose istituzioni e brand, passando senza soluzione di continuità dal reportage ai servizi di moda, dalla pubblicità ai ritratti di celebrità, a tematiche di carattere sociale.

Un’intera sezione è dedicata infine ai suoi celebri ritratti di artisti, scrittori, attori e musicisti, tra cui Alberto Giacometti, André Breton, Georges Braque, Joan Mirò, Kees Van Dongen, Robert Rauschenberg, Niki de Saint Phalle, Romy Schneider, Ella Fitzgerald, Brigitte Bardot, Jeanne Moreau e molti altri.

Infine, la mostra pone un accento particolare sul suo lavoro personale in bianco e nero a partire dagli anni ’80, e sui diversi viaggi in India, Birmania, Bulgaria e Egitto. Questi lavori hanno ulteriormente contribuito ad accrescere la sua reputazione di fotografa indipendente e dinamica, con una grande sensibilità umanista e un’incredibile attenzione per i dettagli della vita quotidiana.

Opere esposte

Orari e biglietti

Indirizzo

Piazza Giacomo Matteotti, 9
16123 Genova

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