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conclusa The Fountains of Za’atari.

La mostra

Inaugurazione: 13 aprile 2019, ore 18:00

In occasione del festival di Fotografia Europea 2019, dal titolo “Legami. Intimità, relazioni, nuovi mondi”, Collezione Maramotti presenta The Fountains of Za’atari, articolato progetto dell’artista Margherita Moscardini sviluppato dal 2015 a partire dallo studio dei campi per rifugiati come realtà urbane destinate a durare. Anche se ancora concepite come realtà temporanee, secondo UNHCR, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, la durata media di un campo è 17 anni. Il campo per rifugiati di Za’atari nasce nel 2012 in un’area semidesertica al nord della Giordania, per accogliere i siriani in fuga dalla guerra. Nel 2014 raggiunge una popolazione di 150.000 persone, diventando il secondo campo più grande al mondo. Oggi i residenti sono circa 80.000 e Za’atari è riconosciuta, per estensione, come la quarta città della Giordania. Moscardini ha lavorato fuori e all’interno del campo tra il settembre 2017 e il marzo 2018, realizzando un censimento dei cortili con fontana costruiti dai residenti all’interno delle proprie case. Questa mappatura è stata realizzata in collaborazione con la giornalista Marta Bellingreri e il gruppo di lavoro diretto dall’ingegnere Abu Tammam Al Khedeiwi Al Nabilsi, con lo scopo di produrre un libro-catalogo dei cortili. Il progetto The Fountains of Za’atari è un dispositivo pensato per generare un sistema di vendita delle sculture che riproducono in scala 1:1 i modelli di cortile con fontana di Za’atari e potranno essere acquisite da amministrazioni o istituzioni cittadine e presentate in spazi pubblici europei. L’ideatore della fontana sarà il diretto beneficiario della vendita, generando così un sistema virtuoso di sostegno dell’economia del campo. Nell’idea di Moscardini le sculture generate su modello dei cortili con fontana dovranno beneficiare di una giurisdizione speciale con elementi di extra-territorialità, che con il tempo le qualifichi come spazi sopra cui la norma è sospesa, “buchi neri, power vacuum su suolo nazionale”. Questa ambizione risponde alle domande dell’artista: com’è possibile trasferire la condizione di colui che senza stato cerca rifugio, in termini plastici? Fuori dal simbolo, cos’è un oggetto portatore di tutte le immunità di cui (per particolari convenzioni) beneficiano organismi e stati del pianeta? Una prima tappa del progetto The Fountains of Za’atari era stata presentata presso la Fondazione Pastificio Cerere di Roma nel 2018, grazie alla vittoria della prima edizione del bando Italian Council promosso da MiBAC. A Reggio Emilia il progetto di Moscardini cresce e si arricchisce di un importante livello di elaborazione, attivandosi come dispositivo completo di tutti i suoi elementi. Saranno infatti presentati: la prima scultura pubblica (su cui è stato avviato l’iter di conversione giuridica di extra-territorialità) in un parco cittadino – sostenuta dalla Collezione Maramotti e accolta con entusiasmo e collaborazione dal Comune di Reggio Emilia – e un libro d’artista che racchiude ed espande in diverse direzioni i temi del progetto. Il libro sarà pubblicato nel corso del 2019 e sarà costituito da due volumi. Includerà una guida non autorizzata del campo – illustrato attraverso i suoi monumenti privati – che in quanto catalogo funzionerà da strumento per l’acquisto (e la riproduzione) dei modelli di cortile con fontana da parte di altre amministrazioni e istituzioni europee. Il secondo volume accoglierà alcuni sostanziali contributi teorici sui temi toccati dalla ricerca di Moscardini: il ruolo sempre più importante delle città come organismi capaci di reagire con efficienza alle mancanze degli stati nazionali, che oggi più che mai reclamano la propria sovranità; la necessità di ripensare i campi per rifugiati come aree urbane destinate a durare e perfino come modelli potenzialmente esportabili; la creazione di un sistema virtuoso di vendita delle fontane/sculture per implementare l’economia del campo; lo studio di un percorso giuridico per attribuire alle sculture elementi di extra-territorialità, nella prospettiva di poterle qualificare come oggetti sopra cui la norma è sospesa; la condizione di colui che senza stato, cerca rifugio, come paradigma del nostro tempo. Infine, nella Pattern Room della Collezione Maramotti sarà presentata una mostra temporanea con elementi di approfondimento sul progetto: opere, video e disegni elaborati da Margherita Moscardini nel corso degli ultimi anni.

Opere esposte

Orari e biglietti

Indirizzo

Via Fratelli Cervi, 66
42124 Reggio Emilia

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